Lo sviluppo di numerose tecniche ha portato a una maggiore capacità di conservare i diversi tipi di cibo. Paradossalmente, l’aumento delle tecniche di conservazione è stato affiancato anche da un aumento, a livello mondiale, dello spreco alimentare. Ciò è avvenuto in quanto il cibo a disposizione è diventato più facilmente reperibile (es. nei supermercati), più variegato e più facilmente conservabile, grazie a frigoriferi e congelatori. Questo spreco è dovuto da vari fattori, fra cui una scarsa pianificazione dei pasti, un acquisto più facile e impulsivo (es. le offerte al supermercato), l’uso di porzioni standardizzate e gli elevati standard di qualità, etichettatura e produzione. Per questo motivo, negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 troviamo al punto 12 “Consumo e produzioni responsabili”, e al target 12.3 “Dimezzare lo spreco alimentare globale pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumo e ridurre le perdite alimentari lungo le catene di produzione e di approvvigionamento, comprese le perdite post-raccolto”.
Fonte: ONU
Lo spreco alimentare: un fenomeno mondiale
Come si può leggere nel sito del Ministero della Salute, con “spreco alimentare” si intendono tutti i prodotti che, ancora utilizzabili, vengono eliminati per ragioni economiche, estetiche o per una data di scadenza troppo vicina.
Lo spreco di cibo può essere classificato in tre categorie: evitabile, possibilmente evitabile e inevitabile. Nella prima categoria rientra il cibo gettato ma perfettamente edibile, nella seconda il cibo che potrebbe essere utilizzato ma si sceglie di non farlo (es. le bucce delle patate), e nella terza il cibo che non è commestibile per gli esseri umani (come le ossa o i gusci d’uovo). In generale, per limitare lo spreco alimentare, soprattutto nelle prime due categorie, si può agire attraverso una spesa adeguata alle necessità, una lettura corretta delle date di scadenza (non confondendole con i termini minimi di conservazione, che sono un’indicazione non rigida del limite entro il quale si dovrebbe consumare l’alimento) e una attenta conservazione (soprattutto nel caso di cibi conservati in luoghi freddi come frigoriferi e freezer).
Come sottolinea la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), lo spreco alimentare è una tripla minaccia: per il clima, per la sicurezza alimentare e per la sostenibilità dei sistemi agroalimentari. Questa situazione va poi peggiorando alla presenza di una crescente fame globale e di un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale (dovuti per esempio alla guerra in Ucraina).
Gli sprechi alimentari non solo rappresentano circa il 10% delle emissioni globali di gas serra, andando a rendere il clima instabile e mettendo i raccolti sempre più a rischio, ma avvengono per la maggior parte all’interno delle mura domestiche: secondo l’UNEP (United Nation Environmental Program, Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), il 61% dello spreco avviene nei nuclei domestici, il 26% nella ristorazione e il 13% nella vendita al dettaglio. Inoltre si genera il 14% dei rifiuti fra la raccolta e l’arrivo nei negozi e il 17% durante la vendita e il consumo.
Fonte: FAO. “Basta perdita e spreco di cibo. Per le persone. Per il pianeta.”
Anche per questo motivo, FAO e UNEP hanno deciso di istituire il 29 settembre la Giornata Internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari (International Day of Awareness of Food Loss and Waste, IDAFLW), in modo da sottolineare l’importanza di riflettere e agire per migliorare il sistema agroalimentare globale, evitando la degradazione dei terreni agricoli, le emissioni di gas serra, la perdita di biodiversità e il consumo delle acque sotterranee.
Shelfy: un aiuto dall’interno
Lo spreco alimentare è dunque un fenomeno che avviene a livello mondiale e in più punti della catena del cibo. Cosa si può fare quindi, a casa, per limitarlo?
Come accennato precedentemente, uno dei fattori che riduce lo spreco alimentare è un’attenta conservazione dei cibi. Oltre a pulire correttamente e conoscere come viene distribuita la temperatura (per esempio se è omogenea o meno) per migliorare la posizione degli alimenti, uno strumento che può allungare la vita dei cibi nei frigoriferi è Shelfy, un prodotto della start up Vitesy.
Shelfy è un dispositivo compatto da inserire nel frigorifero per purificare l’aria: all’interno del frigo si trovano infatti batteri, muffe, spore e sostanze chimiche di vario tipo che sono responsabili della macerazione del cibo.
Il dispositivo è composto da una batteria (ricaricabile, con autonomia fino a 30 giorni), una ventola per la circolazione dell’aria e un filtro fotocatalitico. Questo ultimo componente è il cuore del prodotto: lavabile con acqua e riutilizzabile, ingloba e rende innocui gli inquinanti – a differenza dei filtri HEPA che si limitano a inglobare le sostanze. Ciò permette non solo di ridurre gli odori dell’80% ma anche di limitare la carica batterica di circa 10 volte, allungando la vita dei cibi e limitando lo spreco alimentare – nonché quello economico.
Il dispositivo è poi collegabile con Alexa, il che permette di modificarne la funzionalità per renderlo il più adatto possibile alle proprie esigenze. L’app collegata inoltre avvisa quando è necessario pulire o sostituire il filtro, e fornisce dati sul consumo di energia (contando quante volte si apre il frigo) e suggerimenti su come si possa ridurlo.
Dalla produzione all’imballaggio, passando anche per il trasporto che sostiene il progetto Carbon Neutral di UPS (informazioni sulla compensazione di CO2 nell’articolo Carbon Offset: una sfida necessaria), l’azienda cerca di limitare al massimo l’uso di plastica e la creazione di rifiuti.
Lo spreco alimentare: un problema anche etico
La produzione di cibo rimane un settore in cui si può fare ancora molto per migliorare e ridurre l’impatto ambientale, agendo sia come società che come singoli individui: da quando facciamo la lista della spesa a quando mettiamo i prodotti in frigo, i campi di azione sono molteplici.
Un dato però che andrebbe sempre sottolineato quando si parla di spreco alimentare è che, nel 2021, il numero di persone colpite dalla fame è salito a 828 milioni (150 milioni in più del 2019, circa due volte e mezzo la popolazione italiana), e sono 3,1 miliardi le persone impossibilitate a seguire una dieta sana: il cibo perso e sprecato potrebbe sfamare 1,26 miliardi di persone, eliminando il problema della fame nel mondo.
Consigli di lettura
- Come pulire il frigorifero, Altroconsumo:
https://www.altroconsumo.it/elettrodomestici/frigoriferi/consigli/come-pulire-il-frigorifero - M. Balboni, Il pianeta dei frigoriferi. Segnali dal futuro del cibo, Trieste, Scienza Express, 2022..
- L. Mascotelli, Come funziona un frigorifero e quali sono i suoi componenti, «Geopop», 2022:
https://www.geopop.it/come-funziona-un-frigorifero-e-quali-sono-i-suoi-componenti/ - O. Dwyer, Food waste makes up “half” of global food system emissions, «World Economic Forum», 2023, https://www.weforum.org/agenda/2023/03/food-waste-makes-up-half-of-global-food-system-emissions/

Laureanda in Environmental Humanities (Unive) e dottoressa in Scienze Naturali (Unipd). Appassionata di etologia, entra a far parte di Atmosphera Lab come Social Media Manager nel 2022.



